Bomba ha scritto:Bene, da dove comincio...
1° BeppeR: la tua presenza non è assolutamente ingombrante ne tanto meno da cartellino rosso quindi per me è e sarà sempre un piacere averti in gruppo!
2° il giro di stamattina è stato per me in parte bellissimo in quanto, pur ringraziando Elio per avermi fatto conoscere nuovi sentieri, quello che costeggia il torrente Enna non fa per me, o meglio, non sono in grado di affrontare tali sentieri in sella e quindi piuttosto che accompagnare la bici a mano così a lungo preferisco evitarli.
3° Nelle prossime uscite riproporrò tale itinerario ma con l'auspicio di seguire alla lettera il tracciato del Giupponi (100% pedalabile).
4° la compagnia è sempre bellissima e praticare questo passatempo da soli non sarebbe la stessa cosa.
Attendo le immagini dei fotografi accreditati auguro buona serata a tutti ...Paolo
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Come da descrizione allegata l'originale del Giupponi:
A San Giovanni Bianco imbocchiamo a sinistra la strada provinciale della Valle Taleggio; risaliamo la bella valle attraversando lo spettacolare "Orrido", caratteristico "budello roccioso" con le pareti strapiombanti che precipitano nel torrente. Toccando Sottochiesa, rapidamente, superiamo l'abitato di Olda (mt. 750) arrivando ad un bivio dove, a destra, indica Valsassina e, a sinistra, Bergamo. Parcheggiamo l'auto nel piazzale adiacente una zona pic nic con fontana. Montiamo in sella e pedaliamo in direzione Vedeseta (fontana) e, continuando su pendenze più sostenute, superando Avolasio (fontana - km. 4,6), arriviamo al Culmine San Pietro situato a mt. 1260, passo che collega la Val Taleggio con la Valsassina (100 mt. a destra fontana) - (km. 10,3 - ore 0,55 - mt. 507 di dislivello). Sotto l'Albergo Culmine San Pietro scende una strada in cemento che, dopo pochi metri, diventa sterrata e, correndo nei pascoli, passa davanti all'Agriturismo Stella Alpina, per giungere ad alcune casette. Continuiamo su una carrareccia realizzata di recente che, con un buon fondo ed alcuni saliscendi, attraversando un bel bosco di faggi, va ad incrociare la strada asfaltata (catena - km. 14,5 - ore 1,20). Attraversiamo la strada e, di fronte, imbocchiamo uno stretto e poco visibile sentiero in discesa, segnalato da una freccia in legno con l'indicazione Morterone. La prima parte scende nel prato, poi nel bosco, portandoci ad un bivio dove troviamo un caratteristico segnavia in metallo nero, con pannelli arancione, che segnala: "antica strada cumunale detta di Morterone", puntando appunto verso Morterone . Giriamo a destra, superando un tratto con fondo sassoso, per poi sbucare nuovamente sulla strada asfaltata (km. 15,5), dove, andando ancora a destra, in breve, siamo a Morterone (mt. 1035), comune più piccolo d'Italia; quindi scendiamo, passando nel centro del paese, e al bivio a destra sopra la chiesa. Al primo tornante è possibile sostare all'ultima fontana per riempire le borracce poi, continuando, seguendo le indicazioni Piano di Costa Pallio, arriviamo all'inizio della bella strada sterrata (sbarra in ferro - km. 18,4 - ore 1,45). Pedaliamo su una pendenza continua e regolare superando alcuni tornanti nel bel bosco; ad un evidente incrocio curviamo a destra, in direzione Brumano e Passo del Pallio, seguendo alcune barriere di legno. Rapidamente siamo al Passo del Pallio, a mt. 1362, (km. 21,3 - ore 2,10) dove proseguiamo diritti sul sentiero CAI n° 571, lungo la tondeggiante dorsale. Affrontiamo con la bici a spinta il breve, ma ripidissimo strappo che ci permette di catturare una particolare panoramica sulla Val Taleggio, a cui fanno da cornice: le Grigne, il M. Legnone, la zona dei Piani d'Artavaggio e, davanti a noi, il seghettato profilo del Monte Resegone. Passando vicino ad un traliccio e, proseguendo sulle coste, siamo ad un incrocio dove troviamo parecchie frecce segnaletiche; giriamo a destra sul tratturo seguendo la n° 15 per Forbesette. Dopo pochi metri infiliamo a sinistra il tracciato in piano (marcature bianco e rosso DOL); sfiorando la fornace da calce, arriviamo ad un bacino "Sorgente Forbesette" (acqua) e ad un'area adibita a pic-nic (km. 23,4 - ore 2,35 - mt. 970 di dislivello). Imbocchiamo il sentiero che scende a destra verso Morterone, segnalato da una scritta, con vernice, su un grosso masso. Poco dopo, superati alcuni lastroni di pietra, bisogna prestare molta attenzione ad abbandonare il percorso principale, che invita a proseguire diritti, per piegare decisamente a destra, in concomitanza di un palo metallico con freccia. Il tracciato tecnico di discesa che, a causa di sassi smossi e radici sporgenti, è da affrontare con molta cautela, improvvisamente esce nel prato e si dirige verso la piazzola d'atterraggio dell'elicottero. Giunti sull'asfalto (pannelli in legno) giriamo a sinistra ripercorrendo la strada fatta in precedenza: passiamo sopra la chiesa di Morterone e, dopo pochi metri, infiliamo la stradina a destra che, con una ripida discesa, sfiora un'azienda agricola, arrivando ad un bivio. Proseguiamo a destra in discesa a fianco della Fraz. Cà Rigone, (km. 26,6 - ore 2,55) dove su un palo in cemento vediamo la scritta Vedeseta. Nel prato, a sinistra di una casa rosa, prende il via un sentiero (marcato con segnavia CAI) che seguiremo fedelmente, puntando verso due baite sottostanti; poco prima, vicini ad una piccola vasca, pieghiamo decisamente a destra in direzione del bosco. Il primo tratto stretto e umido, con alcuni pezzi a piedi, conduce sul greto di un torrente solitamente in secca, dove teniamo la destra. Velocemente ci troviamo ad attraversare un caratteristico ponte di ferro, dell'antica Società Orobia, che scavalca un'altissima e paurosa gola. La valle in cui ci troviamo è molto bella, un vero patrimonio naturalistico: completamente nel bosco, selvaggia, poco frequentata e ricca di sorprese. Intervallando pezzi in sella con altri a spinta, il percorso in alcuni punti corre lungo il versante strapiombante sul Torrente Remola, pertanto l'attenzione deve essere alta. Arrivati ad un traliccio (km. 28,3 - ore 3,15) abbiamo una panoramica sulla valle e, guardando in basso, vediamo il tracciato che andremo a percorrere. Perdiamo rapidamente quota con la MTB a mano, (5 minuti) seguendo il sentiero che, a tornanti e con il fondo molto sconnesso, ci accompagna sul bordo del fiume. Poco più avanti, ad un incrocio, troviamo una freccia segnaletica che indirizza verso le "Sorgenti dell'Enna" a mt. 890: meritano sicuramente la pena di essere visitate. Depositiamo le bici, attraversiamo il torrente e seguiamo una ripida e umida traccia che, in circa 5 minuti, conduce in un luogo incantato: da una grossa e inquietante cavità, scavata in una parete rocciosa, come per magia, scaturisce dal nulla un'enorme quantità di acqua, creando alcune bellissime cascatelle e pozze. Ritorniamo sui nostri passi e accompagnati dal rumore fragoroso delle acque del Torrente Enna, continuiamo in sella seguendo i pali della linea elettrica, andando ad attraversare un ponticello di cemento. In una radura, dopo un pannello di legno, vediamo l'indicazione "Acqua ferruginosa"; solamente pochi passi, per vedere la piccola e particolare sorgente di acqua ricca di ferro che colora i sassi di ruggine. Il bello e veloce tragitto passa su un ponticello e, più avanti, ad un bivio, andiamo verso Ponte Lavina. Un comodo e divertente sentiero, sfiorando le sponde, va ad incontrare un tratturo che rapidamente porta al Ponte della Lavina (km. 31,5 - ore 3,50); curviamo a sinistra e pedalando sulla strada provinciale della Valle Taleggio, con l'ultimo sforzo, siamo a Olda. Questo percorso, oltre che per la bellezza e la varietà dell'itinerario, lo ricorderemo soprattutto per le particolarità naturalistiche, incontrate in questa inusuale valle.
Buona pedalata e buon divertimento.
Come vedete escluso l'inghippo del guado abbiamo seguito in modo pedissequo la traccia postata.