GRANDISSIME!!!! ecco il racconto dell'impresa:
Avevo detto “No” per un mese e oggi sono in squadra per la 24 H della Val Rendena. Sono tesa. E’ venerdì pomeriggio e c’è la possibilità di provare il percorso. Qualche passaggio tecnico: due rampe ripide in salita su terreno battuto, scali...ni in discesa, nel centro storico di Strembo, una discesa pericolosa nel bosco. Il tracciato di circa 7 Km ha fondo misto, prati, ghiaia, asfalto. E’ una gara di resistenza, fisica e psicologica. Ci ritroviamo in 7 a gareggiare come una squadra da 8, pettorina 8003, team Zanolini bike. Solo 3 squadre iscritte, due di queste nel 2009 avevano ottenuto il primo e il secondo posto. Abbiamo il podio, ma non vogliamo che sia scontato. Provo i tracciato 3 volte, devo capire la dinamica del cambio, come affrontare i passaggi tecnici e soprattutto il mio tempo ottimale. Sarò l’elemento più lento? Ultima come nelle uscite? Le gambe reggeranno? Ho una calma apparente, mi sento bene fisicamente, darò il massimo che sono in grado di dare, ho un’ottima bici, appena revisionata che so essere affidabile. Il conto alla rovescio è di una manciata di secondi, il cuore tachicardico e poi via alla 24 ore. 1000 partecipanti, la tensione si può toccare con mano. Seguo con lo sguardo Barbara, la quarta, che entra in zona cambio. Ci siamo! Il mio momento si avvicina! Unica squadra con degli orsacchiotti sul casco, geniale idea che poi nei giri successivi qualcuno proverà ad imitare. Ci si avvista a distanza e si è pronti a partire. Non devo partire fredda, decido che i 20 minuti in cui Barbara compie il suo giro, saranno i miei di riscaldamento. Percorro la passerella del cambio e mi posiziono in griglia, la mia F1, unico esemplare presente alla gara e l’orsacchiotto, hanno tutta l’attenzione dei rivali, ma anche di fotografi e speaker, ma io sarò combattiva e degna di essere qui , sarò competitiva? Io che non ho mai fatto una gara e un sorpasso, azzero il conta Km. La vedo, arriva, l’orsacchiotto balla sul casco e si avvicina, ci siamo. Mi assicuro che passi in zona cheap e via, è il mio momento. Parto “ a tutta”. Devo stare attenta ad arretrare in sella in discesa, due ripidissime, una a due corsie, solo di notte scegliendo la sinistra ho scoperto una rampetta per un volo adrenalinico, in cui per 1 o 2 secondi la bici è sospesa in aria. “ Che è?!?” mi sono chiesta. Bisogna vivere il tracciato per conoscerlo a fondo, ma resto in equilibrio, assecondo la bici. La velocità raggiunta in questa discesa è di 47,6 Km/h, non tocco mai i freni perché si sfocia in un sentiero dritto, la spinta mi porta un bel po’ lontano, sorpasso il campo da golf punto in cui, in prova, mi sono trovata, sbagliando strada, per 3 volte. Salita ripida e poi scalini “a tutta”. Pedalo e spingo. Un ultimo lungo rettilineo erboso, pieno di buche e dossi, su un argine, discesa tecnica e ultimi metri all’arrivo, veloce, veloce, “dai!!!dai !!!dai” mi ripeto. Passo l’ultimo cheap. Il mio conta Km segno 19 min 40 sec. Mi commuovo e piango, penso a mio marito, il mio primo tifoso “ tu saresti orgoglioso di me” io che pensavo di girare in 25-30 min. La squadra è omogenea, si stabiliscono gli orari in cui girare. Dopo il giro si ritorna al camper, segnale per chi deve prepararsi. Io parto con Barbara dal camper, credo che per lei sia da stimolo psicologico la mia presenza, o almeno così lo sarebbe per me, di sicuro se fossi io al suo posto. Le lascio il suo tempo e il suo spazio, ma in griglia la incoraggio. Sa che io sarò ad aspettarla per darle il cambio. Io nel frattempo mi scaldo e di notte acquisto lucidità. I giri passsano, in un giro trovo la calca alla discesa pericolosa; con il passare delle ore è diventata molto pericolosa e il fondo si ò molto rovinato. Me la vivo tutta questa gara, do il massimo, voglio affrontare le due rampette ripide in sella e dopo 12 giri questa è una delle mie conquiste. Acquisto sicurezza. Noto molta disciplina nei sorpassi e nelle precedenze. Un biker tagliandomi la strada si scusa e un altro sorpassandomi in una strettoia mi urta ma con concentrazione “ barcollo ma non mollo”. Nel mio primo giro notturno, il mio lui mi assiste e all’arrivo sfoggia uno striscione “go Peppa Go” con grande sorpresa. I fuochi d’artificio delle 22:30, fanno da cornice. Credo che il mio 11° giro sia l’ultimo, motivo per dare tutto quello che rimane di una notte insonne, a turnarsi di continuo e di 20 ore in gara. In una discesa su sterrato, non facile, a due corsie, non sfioro neanche i freni. Mi sento bene e lucida, ma soprattutto concentrata. Mi avevano già sorpassata in quel tratto “ a tutta” come schegge impazzite. La mia Gret+A è velocissima, mi si affianca un biker e per alcuni secondi fa fatica a sorpassarmi, bè io non mollo, bisogna stare attentissimi, i manubri si sfiorano quasi e una minima distrazione potrebbe costare cara. La discesa sta terminando, lui da una spinta di pedali e va, non importa se la avuta vinta, ma non è stato per lui un sorpasso facile, so che si ricorderà di me, non solo per la bici. Sono quasi le 5 del mattino, è ancora buio, non ho ancora incontrato sul percorso gara, Lorenza Menapace. L’ho vista passare molte volte, mai con il coraggio di fare il tifo per lei apertamente, lei sorridente, serena, concentrata. In cuor mio le dicevo “VAIIII!!!”. Sono sul rettilineo erboso, eccola in solitaria, in fila indiana, dico “destra” e la sorpasso, forse mi avrà notata per via dell’orsacchiotto, chissà se mi ha riconosciuta poi, quando in griglia al suo passaggio le grido finalmente “Vai Lorenzaaaaaa”. Mi guarda e sorride. La squadra è ben coordinata, tutte pronte al cambio a qualsiasi ora, stanche. L’ultima dovrebbe finire alle 11:57, il proprio giro, che si fa? Finisce qui la nostra avventura? Abbiamo gareggiato ininterrottamente affinchè il podio sia conquistato e non scontato. Per soli 3 minuti a mezzogiorno, potremmo guadagnare un giro. Bene la scelta su chi va, ricade su di me. E sia. Che atmosfera magica si respira: pochi sul tracciato, che danno le ultime energie, le campane di Strembo suonano, segnalando mezzogiorno precise, la gente urla “bravi” , la stessa che mi ha sorpreso e incoraggiato anche di notte, quando sul ponte mi ha fatto la Hola, o sulla salita in cui “spingevano” con me sui pedali con il loro “forza è l’ultima salita”. Da sola nel giro ma in squadra, una grandissima e unica squadra. Che orgogliosa, che soddisfazione, che conquista personale e della squadra. Nessuna di noi aveva mai gareggiato ad una 24H. Tempo medio di squadra 19’ 43” a giro, 74 giri percorsi in 7, con media di 20,09 Km/h, nessuna penalità, la seconda classificata, in 8 con soli 3 giri di vantaggio, e scusate se è poco. Grazie alla capitana Luana, a Lorena, Silvia, Barbara, Samantha e Patrizia per avermi accolto in squadra e creduto in me. La squadra in cui avrei voluto essere, in cui ho trovato il mio posto. Grazie