DOMENICA 29...ALCUNE VOLTE RITORNANO
Inviato: lun 30 lug 2012, 10:08
Amore,mi fa lei,al mio rientro una sera della scorsa settimana.Guarda un pò quelle vecchie carte,ho fatto repulisti,altrimenti sta' casa diventa un magazzino di rigattiere.Va be,ste done semper le a tuchinà.Controllo il paccottame e tra le mani mi trovo una vecchissima ricerca su un percorso che al tempo delle front volevo effettuare come prova di indomito coraggio.Beata gioventù.Adesso però guardandola bene,sento che un insano interesse sta prendendo corpo.Oh! Io ci provo,alla disperata faccio dietrofront.
Domenica 29.Ore 6:00.In quel di Branzi.Alè si parte alla volta di Foppolo in un silenzio irreale visto il traffico inesistente.Un'ora e mezzo più tardi sono sulle piste di sci e ci sto pestando dentro per raggiungere il passo della Croce,poco sotto la stazione a monte del Montebello,c'è poco da fare l'ultimo tratto è da spunciare.Perlomeno visto la brezza si suda poco.Sotto di me la val Carisole e la davanti, il passo che dovrò raggiungere.Breve sosta e ripartenza prima su sentiero poi sulla traccia aperta dai mezzi di cantiere per la sostituzione degli impianti di risalita.La parte più ostica della salita fino in cima agli impianti viene compiuta in perfetto stile d'accompagno e sullo scavalcamento del passo con breve portage.Ora guadagnata quota fiancheggio la sottostante valle del Brembo.Il sentiero verso la Val Sambuzza inizia a prendere le forme dell'alpin bike con tutto quello che consegue.Ostico quanto basta fino giù al guado della valle.Cambiato versante la discesa diventa molto più filante e con brevi passaggi a piedi su una nuova sterrata mi ricongiungo alla gippabile del Longo.Non me la ricordavo così impegnativa,sarà che forse la fatica incominciava a farsi sentire.All'arrivo trovo già il piccolo piazzale del rifugio colonizzato da una serie di front,i biker come di prammatica stravaccati al sole e con nessuna voglia di ritornar giù.Il mio arrivo smuove le acque stagnanti e forse anche la ghegna accende l'interesse per il sottoscritto.Oh!Loro mi hanno provocato e io alla loro domanda"E' solo questa la strada per scendere",indicando la gippabile."Ma state scherzando,é qui sotto che parte un bellissimo sentiero per la discesa,fate un pelo di attenzione all'inizio e dopo tutto diventa più facile e scorrevole"Adess ve ole et coi bici del supermercato,pensavo tra me, mentre mi rimettevo in moto alla volta della diga del Lago del Diavolo.
Alcune volte vorrei proprio sapere quale sia la genesi di atteggiamenti gravemente autolesionistici.
C'è la sterrata che sale alla diga,perchè incroccarsi pervicacemente nel percorrere il sentiero sulla diretta dello sbarramento?
I terribili sintomi di una imminente sindrome bipolare iniziavano me tapino a manifestarsi.
Quella parte di me, biker assennato,una volta scattate la foto di rito,gira la bici e a ritroso ripercorre il tracciato di salita.
L'altra,che solo raramente si manifesta,con un delirio di onnipotenza,prende in soppravvento e in men che non si dica mi trasforma in un kamikaze votato al martirio ciclistico.
Attraverso la diga e mi avvio su per l'erta verso il Passo della Selletta.Non lasciatevi ingannare dalla dizione sentiero Cai,andarci con la bici si trasforma in un percorso penitenziale.
Ho già cancellato l'incubo della salita,forse il ricordo tornerà a tormentarmi in sogno.
Sono in cima al passo e sono ritornato me stesso,la persona amabile e disponibile che sfortunatamente pochi conoscono.
La Val Camisana,il grembo da cui nasce nostro padre Brembo.
Prima che inizi la discesa vera e propria bisogna fare un traverso tra grosse pietre,superatele,inizia la discesa per niente banale e tra pascoli infiniti e superamento di tratti rocciosi con alcuni dislivelli di quota ci conduce in riva al Lago Rotondo.
Passare per il Calvi e scendere lungo la strada? Non ci penso nemmeno. Piccolo guadagno di quota e via sul 208 verso la baita Costa della Mersa, percorso consigliato a chi si vuol dilettare con la roulette russa, vista la crescita esagerata dalla vegetazione che nasconde totalmente il fondo di pietre acconciate su cui far scorrere la ruote.Raggiunta la baita,giù sul sentiero trialistico fino a raggiungere la Baita Armentarga.Qui in condizione di "Pelle di stracchino"punto la bestia verso il Lago della Sabbia, Il Lago del Prato e senza porre freno fino a Branzi.
P.S.Se l'amata fà un'altra pulizia dei cassetti,ha la mia autorizzazione a disfarsi di tutto quello che vuole senza più dirmi niente.
Ti prego tirem pio n'bal!!!!
Questa sera alcune foto di forse dubbia qualità e a seguire la traccia.
QUI LE FOTO
Domenica 29.Ore 6:00.In quel di Branzi.Alè si parte alla volta di Foppolo in un silenzio irreale visto il traffico inesistente.Un'ora e mezzo più tardi sono sulle piste di sci e ci sto pestando dentro per raggiungere il passo della Croce,poco sotto la stazione a monte del Montebello,c'è poco da fare l'ultimo tratto è da spunciare.Perlomeno visto la brezza si suda poco.Sotto di me la val Carisole e la davanti, il passo che dovrò raggiungere.Breve sosta e ripartenza prima su sentiero poi sulla traccia aperta dai mezzi di cantiere per la sostituzione degli impianti di risalita.La parte più ostica della salita fino in cima agli impianti viene compiuta in perfetto stile d'accompagno e sullo scavalcamento del passo con breve portage.Ora guadagnata quota fiancheggio la sottostante valle del Brembo.Il sentiero verso la Val Sambuzza inizia a prendere le forme dell'alpin bike con tutto quello che consegue.Ostico quanto basta fino giù al guado della valle.Cambiato versante la discesa diventa molto più filante e con brevi passaggi a piedi su una nuova sterrata mi ricongiungo alla gippabile del Longo.Non me la ricordavo così impegnativa,sarà che forse la fatica incominciava a farsi sentire.All'arrivo trovo già il piccolo piazzale del rifugio colonizzato da una serie di front,i biker come di prammatica stravaccati al sole e con nessuna voglia di ritornar giù.Il mio arrivo smuove le acque stagnanti e forse anche la ghegna accende l'interesse per il sottoscritto.Oh!Loro mi hanno provocato e io alla loro domanda"E' solo questa la strada per scendere",indicando la gippabile."Ma state scherzando,é qui sotto che parte un bellissimo sentiero per la discesa,fate un pelo di attenzione all'inizio e dopo tutto diventa più facile e scorrevole"Adess ve ole et coi bici del supermercato,pensavo tra me, mentre mi rimettevo in moto alla volta della diga del Lago del Diavolo.
Alcune volte vorrei proprio sapere quale sia la genesi di atteggiamenti gravemente autolesionistici.
C'è la sterrata che sale alla diga,perchè incroccarsi pervicacemente nel percorrere il sentiero sulla diretta dello sbarramento?
I terribili sintomi di una imminente sindrome bipolare iniziavano me tapino a manifestarsi.
Quella parte di me, biker assennato,una volta scattate la foto di rito,gira la bici e a ritroso ripercorre il tracciato di salita.
L'altra,che solo raramente si manifesta,con un delirio di onnipotenza,prende in soppravvento e in men che non si dica mi trasforma in un kamikaze votato al martirio ciclistico.
Attraverso la diga e mi avvio su per l'erta verso il Passo della Selletta.Non lasciatevi ingannare dalla dizione sentiero Cai,andarci con la bici si trasforma in un percorso penitenziale.
Ho già cancellato l'incubo della salita,forse il ricordo tornerà a tormentarmi in sogno.
Sono in cima al passo e sono ritornato me stesso,la persona amabile e disponibile che sfortunatamente pochi conoscono.
La Val Camisana,il grembo da cui nasce nostro padre Brembo.
Prima che inizi la discesa vera e propria bisogna fare un traverso tra grosse pietre,superatele,inizia la discesa per niente banale e tra pascoli infiniti e superamento di tratti rocciosi con alcuni dislivelli di quota ci conduce in riva al Lago Rotondo.
Passare per il Calvi e scendere lungo la strada? Non ci penso nemmeno. Piccolo guadagno di quota e via sul 208 verso la baita Costa della Mersa, percorso consigliato a chi si vuol dilettare con la roulette russa, vista la crescita esagerata dalla vegetazione che nasconde totalmente il fondo di pietre acconciate su cui far scorrere la ruote.Raggiunta la baita,giù sul sentiero trialistico fino a raggiungere la Baita Armentarga.Qui in condizione di "Pelle di stracchino"punto la bestia verso il Lago della Sabbia, Il Lago del Prato e senza porre freno fino a Branzi.
P.S.Se l'amata fà un'altra pulizia dei cassetti,ha la mia autorizzazione a disfarsi di tutto quello che vuole senza più dirmi niente.
Ti prego tirem pio n'bal!!!!
Questa sera alcune foto di forse dubbia qualità e a seguire la traccia.
QUI LE FOTO